Gianni Agnelli

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Gianni Agnelli
Gianni Agnelli
Gianni Agnelli
Luogo di nascitaTorino
Data di nascita12 marzo 1921
Data di morte24 gennaio 2003
NazionalitàItaliana
SettoreAutomobilistico
AttivitàCEO
AziendaFIAT
Sito webhttps://www.archivioluce.com/l-avvocato-agnelli/
Citazione"La mia vita coincide per tre quarti con quella della Fiat. E il mio rapporto con la Fiat è per metà di memoria e per metà di vissuto"
Fiat logo 1968

Originario di Torino, dove si spense nel gennaio 2003, Giovanni “Gianni” Agnelli assunse nel 1966 la presidenza della FIAT, succedendo al padre Edoardo, e rimase al vertice del gruppo per quattro decenni, attraversando momenti di crescita e difficoltà. Dal 1991 fu nominato senatore a vita e il suo rapporto con il movimento sindacale e con le forze politiche di sinistra, in particolare con il PCI, ebbe un impatto rilevante sulle discussioni riguardanti il lavoro e lo sviluppo economico. Grande appassionato di calcio, il suo nome è strettamente connesso ai principali successi della Juventus[1], società di cui mantenne la carica di presidente onorario fino alla scomparsa[2].

Biografia

Gianni Agnelli nasce a Torino il 12 marzo 1921. Il padre Edoardo morì in un incidente aereo quando Gianni aveva 14 anni. Nipote del senatore Giovanni Agnelli, fondatore della FIAT, ricevette un’educazione altoborghese e aristocratica, frequentando istitutrici straniere e precettori privati. Si laureò in giurisprudenza all’Università di Torino nel 1943[3].

Durante la Seconda guerra mondiale, partecipò come sottotenente di cavalleria alla campagna italiana in Russia e alla campagna di Tunisia, dove fu ferito e decorato. Dopo l’armistizio, si unì alla Resistenza e fu sindaco di Villar Perosa, il paese natale della sua famiglia.

Gianni Agnelli e l'entrata in FIAT

Nel dopoguerra, entrò nella FIAT come vicepresidente e successivamente come presidente, succedendo allo zio Giovanni che morì nel 1945. Sotto la sua guida, la FIAT conobbe un periodo di grande espansione e innovazione, diventando una delle maggiori industrie automobilistiche del mondo[4]. Agnelli investì anche in altri settori, come l’editoria, la finanza, lo sport e la cultura. Fu presidente della Confindustria dal 1974 al 1976 e membro di vari organismi internazionali, come il Bilderberg Group e il Trilateral Commission[5].

La famiglia e la vita privata

Nel 1953 sposò Marella Caracciolo dei principi di Castagneto, con cui ebbe due figli: Edoardo e Margherita. La sua vita privata fu segnata da numerosi lutti: la morte della madre Virginia nel 1945, del fratello Giorgio nel 1965, del figlio Edoardo nel 2000 (suicida dopo una lunga depressione) e del nipote Giovanni Alberto nel 1997 (per un tumore). Ebbe anche diverse relazioni extraconiugali con donne famose, come l’attrice Anita Ekberg e la giornalista Pamela Churchill[6].

I riconoscimenti e gli schieramenti politici

Nel 1991 fu nominato senatore a vita dal presidente Francesco Cossiga, in riconoscimento dei suoi meriti imprenditoriali e sociali. In Parlamento si schierò con il centro-sinistra e appoggiò i governi di Giuliano Amato e Romano Prodi. Morì a Torino nel 2003, all’età di 81 anni, per complicazioni dovute a un tumore alla prostata[7]. Gli succedette alla guida della FIAT il fratello Umberto, che morì l’anno successivo.

L’eredità dell’Avvocato

Gianni Agnelli è considerato una delle personalità più influenti e carismatiche della storia italiana del Novecento. Fu un mecenate e un collezionista d’arte, oltre che un appassionato di sport (soprattutto calcio e sci). Fu anche un’icona di stile e di eleganza, famoso per il suo abbigliamento originale e raffinato[8]. La sua eredità è oggi portata avanti dai suoi discendenti, tra cui John Elkann (presidente di Stellantis) [9] e Andrea Agnelli (ex Presidente della Juventus) [10].

Onorificenze

  • Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (1967)
  • Cavaliere del lavoro (1977)[11]
  • Medaglia d’oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte (1987)
  • Croce di guerra al valor militare
  • Croce al merito di guerra
  • Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940–43
  • Cavaliere di Gran Croce di Grazia Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta

Voci correlate

John Elkann

Note