Cecilia Danieli

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Cecilia Danieli
Cecilia Danieli
Luogo di nascitaUdine
Anno di nascita22 giugno 1943
Data di morte17 giugno 1999
AttivitàCEO
NazionalitàItaliana

Erede e leader di una dinastia di imprenditori siderurgici, Cecilia Danieli è stata un’imprenditrice italiana che ha portato l’azienda di famiglia a diventare una delle maggiori al mondo nella realizzazione di impianti dell’acciaio.

Biografia

Cecilia Danieli nacque a Udine il 22 giugno 1943 da Luigi e Teresa Zoratti. Prima delle quattro figlie del noto industriale friulano, respirò sin da bambina la febbrile aria di progresso che circolava nella casa di Caminetto di Buttrio, dove il padre e il nonno Mario si alternavano nella conduzione dell’annessa officina meccanica. Visse in Argentina tra il 1949 e il 1950, anni durante i quali il padre era lì impegnato nel dare attuazione a un progetto siderurgico, poi non andato in porto[1].

Dopo aver conseguito il diploma di ragioneria all’Istituto tecnico A. Zanon di Udine, trascorse lunghi periodi all’estero, compiendo anche viaggi avventurosi. Fu più volte in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove, oltre a perfezionare la lingua, maturò un’esperienza in un’azienda agricola[1]. Inizialmente, infatti, si sarebbe dovuta occupare dell’azienda agricola di famiglia. Poi, cambiando rotta, decise di seguire le orme del padre, in quegli anni immerso nella crescita e nello sviluppo dell’impresa specializzata nella produzione di impianti per l’industria siderurgica[2]. Come sua assistente, aveva già iniziato a frequentare l’azienda da qualche tempo, quando, nel 1965, si iscrisse alla Facoltà di economia e commercio dell’ Università di Trieste. Si laureò nel luglio 1969, discutendo una tesi sulla Tutela dell’invenzione industriale, tema strettamente legato all’attività dell’azienda di famiglia, il cui successo dipendeva anche dal riconoscimento delle innovazioni apportate nel comparto siderurgico[1].

L'ingresso in Daieli e la scalata ai vertici

Il suo ingresso nelle Officine Danieli Il suo primo impiego fu nel settore amministrativo, cui seguirono tre anni nell’ufficio commerciale, breve parentesi prima di rientrare in amministrazione[2]. Nel 1977 fece il suo ingresso nelle Officine Danieli come Direttore Generale[3], succedendo al padre Luigi che si era ritirato per motivi di salute. A metà degli anni ottanta il settore siderurgico incontra di nuovo difficoltà e all'interno della famiglia emerge una diversa strategia per rimanere competitivi: Cecilia è per una forte ristrutturazione, mentre il resto della famiglia non è d'accordo. Alla fine Luigi Danieli esce dalla società e Cecilia Danieli prende in mano le redini diventando Presidente e Amministratore Delegato. Prende anche il controllo azionario dell'azienda acquisendo la maggioranza dalla Sif, la finanziaria della famiglia Danieli attraverso la Sind, una finanziaria in cui lei ha il 50% e l'altra metà è in mano a Gianpietro Benedetti, il direttore tecnico che è in azienda da 25 anni. Persegue la sua strategia riducendo l'occupazione di 130 persone e facendosi la fama di "lady di ferro".[3].

Sotto la sua guida, l’azienda si specializzò nella produzione di impianti “chiavi in mano” per la produzione dell’acciaio, offrendo ai clienti soluzioni complete e personalizzate. Cecilia Danieli puntò sull’innovazione tecnologica e sulla qualità dei prodotti, investendo in ricerca e sviluppo e brevettando numerose soluzioni originali. Tra queste, si ricordano il forno elettrico a corrente continua (1982), il laminatoio compatto (1984), il forno a induzione (1986) e il forno a gas naturale (1988) [2]. Grazie a queste innovazioni, l’azienda riuscì a conquistare nuovi mercati e a competere con i giganti del settore come la tedesca SMS Demag e la giapponese Mitsubishi Heavy Industries[4].

Cecilia Danieli non si limitò a consolidare la posizione dell’azienda sul mercato nazionale, ma la rese una realtà globale, aprendo filiali e stabilimenti in diversi paesi del mondo. Tra questi, si ricordano il Brasile (1978), gli Stati Uniti (1980), la Cina (1986), l’India (1992) e la Russia (1996) [5]. Inoltre, acquisì altre aziende complementari al core business, come la Morgårdshammar (1988), la Wean United (1993) e la Mannesmann Demag Hüttentechnik (1996) [6]. Grazie a queste operazioni, il gruppo Danieli ampliò la sua gamma di prodotti e servizi, offrendo soluzioni integrate per tutto il ciclo produttivo dell’acciaio, dalla fusione alla laminazione, dal trattamento termico alla finitura. Il fatturato del gruppo crebbe da 120 miliardi di lire nel 1977 a oltre 4 mila miliardi nel 1982, rendendo l’azienda una delle maggiori al mondo nel suo settore[7].

Vita privata

Cecilia Danieli era sposata con il notaio Italo Mareschi, con il quale ha avuto tre figli: Giacomo, attuale Amministratore Delegato del Gruppo Danieli[8], e i gemelli Anna e Michele. Malata di cancro, si è spenta il 17 giugno 1999. Il funerale è stato celebrato a Buttrio, nel principale stabilimento di produzione dell’azienda[9].

Onorificenze

Nel 1997 Cecilia Danieli è stata insignita sia del Leonardo Quality Italy Award che del Premio Epifania[1]. Nel 2013 il suo nome è stato inserito nell'American Metal Market Hall of Fame (in italiano "Albo d'Oro del Mercato Americano dei Metalli") "per il suo ruolo nel guidare il Gruppo Danieli all'avanguardia nella costruzione e nell'equipaggiamento di mini-laminatoi siderurgici"[10].

Note